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SUSN

Cammina cammina lucertolina ok

 

Achternbusch scrive Susn nel 1979. Lo costruisce partendo da cinque storie di donna, tratte da romanzi, raccolte di storie e sceneggiature di film dello stesso autore. È incredibile, come queste storie, scritte in periodi diversi, anche lontani nel tempo, diano corpo a un testo dal tessuto assolutamente organico, tanto da farlo sembrare la storia coerente di una donna nei diversi periodi della sua vita.
Un collage tanto abile da non apparire neppure tale.Cinque donne, distanziate da 10 anni di differenza l’una dall’altra. Cinque fasi diverse della vita, cinque crisi diverse, cinque lingue diverse, di uno stesso viaggio: una sconfitta esistenziale.

Quadro I
La giovane Susan, un adolescente, è la prima tappa di una presa di coscienza ed il rifiuto di una tradizione inibente che si perpetua nella chiesa cattolica, nella scuola e nell’educazione familiare.

Quadro II
Una confessione, un fiume inarrestabile di parole sui primi turbamenti sessuali e sul suo fuggire dalle convenzioni.

I suoi turbamenti adolescenziali diventano poi collera di giovane donna illusa di trovare nel partner un interlocutore valido. Il rapporto con l’altro sesso evidenzia la sua incapacità di trovare una collocazione propria ed armonica nell’equilibrio sottile della vita di coppia. Susn rivendica invano la sua identità e le sue energie spirituali saccheggiate dal partner maschile.

Quadro III
Questo monologo finalmente costellato di un martellante “tu ed io”, ribalta la figura tradizionale della “donna-vampiro”.

È Susn ad essere devitalizzata dal vampirismo maschile del partner, che la lascia parlare solo in apparenza, mentre in realtà sia appropria delle sue parole, dei suoi desideri, delle sue rivolte e delle sue speranze.

Dalle parole che le strappa nascerà un nuovo libro. Lui la uccide lentamente per farla diventare una sua opera poetica. Lui scrive, lei soccombe.

Quadro IV
Zittita dallo strapotere del partner e ridotta ad esprimersi in una lingua colorita ed impastata dall’alcool, Susn lancia l’ultima sfida, ormai soltanto con se stessa.

Una donna disperata sperduta tra rimpianti e velleità, cosciente del proprio naufragio e della mancata identità anche professionale, si costruisce una sorta di doppia vita. Il riscatto di chi ha la forza di evadere, almeno nei propri pensieri, di chi si arrocca sull’ultimo baluardo possibile: la propria testa.

Quadro V
Qui Susn ammutolirà per sempre e sarà ancora lui, il partner, lo scrittore, a riprendere la parola e a gestire anche a posteriori la vita di lei: un’ennesima occasione per dimostrare il potere dell’intellettuale che con ricorso alla propria creatività, rivolta e scombina le linee delle vite altrui.

Puzzle di una vita in cui l’azione nasce soltanto dal linguaggio, Susn è un’opera atipica e originale, per la forma con cui prende corpo, ma riconduce a contenuti molto presenti nella drammaturgia tedesca contemporanea, decisamente attenta ai destini femminili. Destini femminili che raramente sono esempi di ripensamento passivo e che, pur nella sconfitta, rimangono sorretti dalla forza proterva del rifiuto, come estrema arma di opposizione.

Lelio Lecis

 

 

di Herbert Achternbusch
traduzione Luisa Gazzero Righi
regia Lelio Lecis

con:
1° e 2°  Susn  –  Julia Pirchl
3°  Susn  –  Roberta Pasquinucci
4° e 5°  Susn  –  Tiziana Martucci
Scrittore  –  Simeone Latini
Prete  –  Roberto Balistreri
1° Figurante  –  Stefano Serpi
Altri figuranti  –  T. Martucci, R. Pasquinucci, R. Balistreri

 Musiche:
The Pixies – Que Sera, Sera (Whatever Will Be, Will Be)
Pink Floyd – Careful With That Axe Eugene
Inntaler Plattler
Margot Eskens – Tiritomba

spazio scenico Valentina Enna
costumi Marco Nateri
video Michele Salimbeni
assistente drammaturgia Julia Pirchl
assistente regia Erika Carta
direzione tecnica Lele Dentoni
assistenti tecnici Nicola Pisano, Roberto Lamonica
assistente costumi Patrizia Vacca

Una produzione AKROAMA T.L.S.

Durata 90'